“Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto uno strumento ottico offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.”
- Marcel Proust
Questo viaggio non mi ha fatto solo scrivere un libro, mi ha fatto lasciare il lavoro e partire mondi lontani con una videocamera. Acquistandolo sosterrai il mio sogno e la mia libertà.
Ti ringrazio in anticipo e buona lettura!
Allegra Yoko Guigli
Stavamo morendo di fame e allora Andrea scese da solo per andare a cercare del cibo lungo la strada, nel frattempo mi ha chiamato mia madre:
“Ciao amore, come stai? Sei ancora scossa?” Mi ha chiesto senza il tono di madre apprensiva perché mia madre fortunatamente non lo è.
“Direi che va molto meglio, indiapendentemente da tut…” e mi uscì una risata. “Indipendentemente da tutto, è un posto affascinante, ma forse quella specie di lapsus ha reso il concetto meglio di quanto potessi fare io”.
INDI(A)PENDENTEMENTE.
Sì, mi piaceva quella nuova parola. Era la sintesi di un discorso molto lungo che non vi so fare neanche bene, sul fatto che indipendentemente dalle migliaia di cose crude che abbiamo visto e non digerito in India, il suo fascino era così potente da rendere l'esperienza estremamente significativa, il che non significa bellissima.
Quello in India non è un viaggio per tornare contenti, è un viaggio per tornare cambiati. Un viaggio che ti dice solo quello che ti disorienta, che ti scandalizza. I tuoi padri e le tue madri interiori stanno in silenzio, perché non sanno bene cosa spiegarti. Ti lasciano fare da solo, in India. Con i tuoi tempi e le cose che non ti va di sentire, in India. Anche con degli spazi bianchi, che scriverai quando sarai tornato, quando metabolizzerai. A tratti potrebbe venire voglia di dimenticare tutto, come in un dopo guerra, ma col tempo, invece di hakuna matata, inizierete a pensare:
INDI(A)PENDENTEMENTE.